Appaltopoli, i tecnici non parlano
Stamani i primi interrogatori di garanzia per tre degli otto indagati per i quali la procura ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia ha stabilito il non luogo a procedere per il tecnico in servizio presso i Comuni di Roccamandolfi e Cantalupo nel Sannio, difeso dall’avvocato Messere. Scena muta per altri due, uno in forze presso Cerro al Volturno, l’altro ad Acquaviva, Pescolanciano e Salcito. Ma i legali Leva e Sardelli: mancano i gravi indizi di colpevolezza.
ISERNIA. Si sono svolti stamani i primi tre interrogatori di garanzia per i tecnici comunali coinvolti nell’inchiesta ‘Dirty Mayors’ sugli appalti pilotati, condotta dalla Guardia di Finanza di Isernia.
Otto in tutto gli indagati per i quali la procura pentra aveva chiesto l’interdizione dai pubblici uffici. Oggi, in particolare, dovevano essere ascoltati in quattro, ma l’interrogatorio di uno dei due tecnici in servizio presso il Comune di Belmonte del Sannio e finiti sotto inchiesta è stato rinviato a giovedì 5 maggio per impegni pregressi del suo legale di fiducia, Alfonso Tagliamonte.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia, Antonio Ruscito, ha invece stabilito il non luogo a procedere per il tecnico in servizio presso i Comuni di Roccamandolfi e Cantalupo nel Sannio, assistito dall’avvocato Arturo Messere (nella foto). Per il suo cliente, dunque, capitolo chiuso.
Si sono avvalsi invece della facoltà di non rispondere il tecnico in servizio presso il Comune di Cerro al Volturno, difeso dall’avvocato Danilo Leva, e quello dei Comuni di Acquaviva, Pescolanciano e Salcito, assistito da Sergio Sardelli. Secondo i due legali, per entrambi gli indagati non sussistono i gravi indizi di colpevolezza tali da giustificare una misura interdittiva. A detta di Sardelli, in particolare, mancano proprio i presupposti per le esigenze cautelari, avendo il suo cliente protocollato, pochi giorni fa, la rinuncia a tutti gli incarichi nei Comuni dove prestava servizio, senza contare che gli appalti erano stati demandati interamente alla Centrale unica di committenza della Regione Molise.
Domattina altri quattro interrogatori, per i tecnici in servizio nei Comuni di Roccasicura e Carovilli; Rionero Sannitico; Limosano; Belmonte del Sannio.
Smentita dal procuratore capo Paolo Albano, invece, l’indiscrezione di ulteriori avvisi di garanzia in arrivo negli ultimi giorni nei confronti di altri indagati.
Le indagini sono partite parallelamente a una vecchia inchiesta della procura pentra su presunte tangenti al Comune di Pizzone. In oltre due anni, le Fiamme Gialle hanno scandagliato 60 appalti del periodo 2012-2015, per un valore complessivo di 30 milioni di euro. In ben 47 casi sono emerse condotte atte a turbare le procedure di aggiudicazione per complessivi 27 milioni di euro, con un corrispondente danno per l’erario quantificabile in 5.2 milioni. Ben 144, invece, gli indagati tra sindaci, funzionari pubblici e imprenditori, con 109 imprese – aventi sede nelle Regioni Molise, Lazio, Abruzzo, Marche, Lombardia, Emilia Romagna e Campania – segnalate all’autorità giudiziaria per i reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, istigazione alla corruzione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Tre le persone ai domiciliari: gli imprenditori Donato Terriaca, Angelo Rossi e Giampaolo Calabrese, fratello del sindaco di Forlì del Sannio Roberto Calabrese, tornato in libertà venerdì scorso dopo essere stato sottoposto anch’egli alla misura restrittiva della libertà personale. Obbligo di firma nel comune di residenza, invece, per l’imprenditore Claudio Favellato, e sospensione dai pubblici uffici per l’ex sindaco di Acquaviva Lenio Petrocelli, funzionario presso la Regione Molise, considerato il perno dell’inchiesta dagli inquirenti. L’avvocato Messere, che difende sia Terriaca che Favellato, ha reso noto di aver già presentato ricorso al Riesame per entrambi i suoi assistiti.
Fonte: Isernia News