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ISERNIA. Sono stati fissati per venerdì mattina, 29 maggio, in tribunale a Isernia gli interrogatori di garanzia per i due fratelli finiti nella rete dei Carabinieri dopo aver incendiato le auto dell’amante del padre.

I due sono assistiti dall’avvocato Danilo Leva e dal legale Giuseppe Bellano. Avranno dunque l’occasione per raccontare la loro versione dei fatti al gip Antonio Sicuranza che, alla luce degli elementi raccolti, ha disposto nei confronti di tutti il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.

Il giudice non ha ritenuto necessario far scattare nei loro confronti la misura degli arresti domiciliari, come invece aveva chiesto la Procura.

Per i due ragazzi e per una terza persona, indagata a piede libero in quanto ritenuta esecutore materiale del secondo incendio, l’accusa formulata è quella di atti persecutori in concorso e di danneggiamento seguito da incendio.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due non accettavano la relazione del padre, separato, con una donna della provincia di Isernia. Per questo hanno trasformato in un inferno la vita della vittima. Prima minacce telefoniche e sui social network, poi l’incendio di ben due macchina, di cui una volta avvalendosi di un esecutore materiale incaricato di appiccare il fuoco per rimanere, speravano, nell’ombra. Ma le cose non sono andate così. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Venafro hanno fatto luce sulla vicenda, portando a galla l’ennesimo caso di stalking.